Legacoop Lombardia tra i promotori della ricerca Nomisma dedicata all’housing sociale che mette in evidenza le difficoltà per i cittadini milanesi in “fascia grigia” di accedere alla casa.
Dalla cooperazione di abitanti supporto per costruire una nuova politica sociale per la casa, a partire da un nuovo partenariato pubblico-privato.

Negli ultimi dieci anni Milano non ha offerto alloggi in locazione nella fascia di canoni “sostenibili” ovvero tra i 45 e gli 80 euro mq/anno lasciando il 20 % dei milanesi senza risposta abitativa. E’ uno dei dati più interessanti emersi dalla ricerca “Milano Inclusiva. La produzione di case in locazione a costi accessibili” realizzata da Nomisma, in collaborazione con Comune di Milano, con Legacoop Lombardia tra i soggetti promotori assieme a Cdo, Confcooperative Habitat, Fondazione Welfare Ambrosiano, Redo sgr, Fondazione Housing Sociale e tra i sostenitori: Fondazione Cariplo, Fondazione Ceur e La Ringhiera.
L’offerta che manca è proprio quella effettivamente accessibile cioè non superiore al 30% del reddito familiare. Una domanda potenziale, come mette in luce lo studio, di 146.500 nuclei familiari: quasi il 20% del totale dei nuclei milanesi.
La domanda a cui da sempre le cooperative di abitanti a proprietà indivisa (che assegnano alloggi in godimento permanente ai propri soci) hanno dato e continuano a dare risposta. Oltre 80 cooperative aderenti a Legacoop Lombardia dispongono un patrimonio di circa 18.500 alloggi – di cui circa 17.000 nell’area metropolitana di Milano e 8.000 nella sola città – che assegnano in godimento a canoni medi decisamente al di sotto degli 80euro mq/anno. Soluzioni ancora possibili se la finalità mutualistica, e non lucrativa, delle cooperative fosse sostenuta da un’adeguata politica sociale per la casa.
Non solo alloggi, il patrimonio della cooperazione di abitanti a proprietà indivisa è fatto di relazioni con i soci e con i cittadini dei quartieri in cui agisce, contribuendo allo sviluppo di inclusione e coesione sociale delle comunità e dei territori.
Ciò che la ricerca mette in luce con urgenza è il bisogno di una collaborazione pubblico-privato che produca nuova offerta di edilizia residenziale sociale realmente sostenibile sostenuta da agevolazioni urbanistiche, fiscali e finanziarie, soprattutto in una grande città come Milano che negli ultimi anni ha visto un’esplosione del mercato immobiliare residenziale, anche in affitto.
La cooperazione, per la sua natura mutualistica e non lucrativa, si pone come strumento ideale per dare risposte abitative alla cosiddetta “fascia grigia” che non ha i requisiti per l’edilizia pubblica e al tempo stesso non ha risorse per accedere al libero mercato. Pronte a condividere le proprie competenze, esperienze e i propri dati, le cooperative di abitanti necessitano di una risposta attiva delle amministrazioni locali e di una riflessione condivisa sulle modalità di accesso trasparente alle risorse pubbliche, per finanziare o sostenere investimenti privati sull’alloggio sociale, diversificati e in grado di produrre impatto sociale autentico.