Attilio Dadda, Presidente di Legacoop Lombardia e guida della delegazione dell’Hub cooperativo in missione a Doha, è intervenuto oggi ai lavori del Cooperative and Mutuals Leadership Circle CM50 in corso in Qatar portando l’esperienza dell’ecosistema solidale delle cooperative italiane di Legacoop in situazioni di crisi e conflitti. Una potente forza trasformativa in grado di unire, rigenerare e attivare energie collettive.

Leggi il testo dell’intervento:

È un grande onore per me essere qui a Doha. Ed è un piacere condividere con tutti Voi l’esperienza dell’ecosistema solidale delle cooperative italiane di Legacoop.
È una rete che si attiva davanti alle crisi generate da conflitti armati, disastri climatici, eventi naturali o emergenze epocali.
Cerca di essere utile sia nella prima fase di sostegno e di assistenza alle popolazioni civili che nella ricostruzione di economie e di comunità resistenti (non solo resilienti) in accordo con la cooperazione locale.
È una forza organizzata, codificata, aperta, multipla con al centro le cooperative e i loro membri; la cooperazione è una potente forza trasformativa.
Quando i conflitti separano, le cooperative e i loro soci riavvicinano.
Quando la paura paralizza, la cooperazione riaccende speranza e azione collettiva.
Quando gli eventi estremi distruggono, la cooperazione rigenera, insieme.
Per svolgere questa funzione il movimento cooperativo mondiale ha la necessità di guardare agli scontri tra Stati, tra ideologie, tra interessi di mercato o finanza o agli eventi che impoveriscono la qualità della vita delle popolazioni indigene, come a momenti di crisi che offrono opportunità di nuova cooperazione tra le persone, una volta ripristinate le condizioni di umanità e di rinascita.  Storicamente il nostro movimento non si sviluppa in condizioni di scarsa libertà e di diritti negati ma diventa incredibilmente forte e determinante quando riparte una fase di ricostruzione e di crescita collettiva.
Nei casi di eventi naturali o climatici invece è fondamentale aggiungere gli aiuti della cooperazione appena dopo gli aiuti d’emergenza dei Governi per far arrivare il messaggio universale della sostenibilità ambientale e sociale del movimento cooperativo locale e globale.
Come ha affermato l’Alleanza Cooperativa Internazionale, le cooperative sono “una scuola permanente di democrazia economica”. Una scuola che non insegna solo a gestire risorse ma a condividere responsabilità e futuro. Il movimento cooperativo mondiale deve prendere consapevolezza della propria forza, autonoma e indipendente, e promuovere un tavolo nel conflitto, per guardare alla pace, un luogo fisico dove il dialogo tra le parti ha sempre la porta aperta sulla speranza e sul futuro. Nonostante tutto la cooperazione deve continuare a rappresentare uno dei pochi spazi dove è ancora possibile parlarsi, ascoltarsi, riconoscersi come persone.
Pensando ai colleghi dell’Ucraina e della federazione Russa, ai colleghi palestinesi e di Israele, ai colleghi africani e asiatici delle aree di crisi economica e climatica, l’Alleanza può intestarsi per ogni area di conflitto una prima stesura di piano cooperativo d’Azione promuovendo Accordi e impegni comuni con ONG, Organizzazioni regionali, movimenti giovanili e culturali.
Per noi il futuro comprende anche le fratture di oggi, le distorsioni del mercato e la speculazione della politica piegata al consenso. Ad esempio sono parte dello stesso problema: la crisi demografica italiana – comune al Giappone e ad altri paesi con blocchi all’immigrazione – le rotte migratorie via terra attraverso i Balcani e via mare nel Mediterraneo e la carenza di manodopera nel sistema produttivo. Per la cooperazione italiana ha voluto dire fare accordi con Randstad (multinazionale specializzata nella ricerca, selezione e formazione di risorse umane), fare accordi per sostenere ONG come ResQ – People Saving People (che salvaguarda la vita e i diritti di chi si trova in pericolo nel Mediterraneo – accordo di Legacoop Lombardia) e mettere a disposizione dei nuovi lavoratori non autoctoni case cooperative a canone calmierato, implementare servizi di welfare e percorsi di integrazione sociale. Solo la cooperazione in Italia possiede tutte queste componenti della filiera per supportare una nuova generazione di italiani e di cooperatori. Dalla qualità di questo lavoro dipenderà il livello di qualità sociale della vita dei prossimi anni.
Negli ultimi anni Legacoop ha reso questi principi vivi e operativi, intervenendo in scenari di crisi per accompagnare persone e comunità in percorsi di resilienza, giustizia e ricostruzione.
In Ucraina, fin dai primi giorni del conflitto, le cooperative italiane si sono mobilitate non solo per offrire aiuti, ma per costruire legami di solidarietà duraturi. La raccolta fondi promossa da Legacoop e dalle sue associate ho superato 3,1 milioni di €; è stato avviato un partenariato per sostenere la rinascita del settore agroalimentare attraverso modelli cooperativi sostenibili, capaci di ricostruire filiere produttive e al tempo stesso rafforzare la coesione sociale.
In Palestina, Legacoop e Haliéus, la sua struttura di cooperazione internazionale, portano avanti da anni un impegno profondo e continuativo al fianco del movimento cooperativo locale. Abbiamo ricordato Vivian Silver cooperatrice del kibbutz Be’eri vittima di Hamas e. a Gaza, assieme a WeWorld Onlus, in mezzo alla paura, abbiamo realizzato per i bambini e le bambine spazi di gioco ed educazione e, per quanto possibile, di serenità. La cooperazione non dimentica perché è intergenerazionale, non può arretrare davanti alle violazioni dei diritti umani ma deve, sempre, stare accanto alle persone.
Vorrei raccontare in chiusura un episodio avvenuto in Italia nel 2016 ad Amatrice, vicino Roma. Qualche giorno dopo il disastroso terremoto di quell’anno, i colleghi dell’ONG israeliana IsraAID con AJEC-NISPED, assieme a Legacoop e Legacoop Lazio inviarono sul posto cooperatori italiani e israeliani per offrire formazione e sostegno alle persone traumatizzate dall’evento, a testimonianza concreta di una cooperazione che si traduce in solidarietà e umanità condivisa.
Anche nei disastri naturali, le cooperative italiane hanno dimostrato che la solidarietà può essere organizzata, efficace e duratura. Dopo il devastante terremoto che ha colpito la Turchia nel febbraio 2023, Legacoop ha avviato una raccolta fondi e attivato interventi con partner locali e internazionali. In collaborazione con la cooperativa Genç Isi e l’Unione Nazionale delle Cooperative Turche.
In Italia, dopo le devastanti alluvioni in Romagna e Toscana del 2023, le cooperative si sono mobilitate in modo straordinario: oltre 5,7 milioni di euro raccolti per sostenere famiglie, imprese e comunità colpite, ricostruire scuole, filiere agricole e spazi pubblici.
È in questa trama di legami e cooperazione che vediamo la nostra missione più profonda: costruire ponti dove altri alzano muri, tenere vivo il filo del dialogo dove altri scelgono il silenzio ed esserci nell’emergenza e oltre. Chiederò al Presidente Ariel Guarco e ai colleghi del Board di istituire una unità speciale ICA per organizzare l’emergenza nelle crisi mondiali perché penso anche che ci sia un tema di responsabilità della nostra generazione di cooperatori. Abbiamo ereditato dai Pionieri inglesi la bandiera della cooperazione ma abbiamo il dovere di riconsegnarla ai cooperatori e alle cooperatrici di domani con il vento a favore. Per continuare, ora e sempre, a costruire un mondo migliore.

3 Novembre 2025