Il laboratorio organizzato da Generazioni Lombardia il 19 maggio ha messo in dialogo attivisti e cooperatori per il clima e l’ambiente under 40 verso obiettivi sostenibili comuni: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico e partnership per gli obiettivi.
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Seguendo il filo dell’Agenda 2030, il laboratorio ha provato a ragionare sul nesso tra economia, lavoro e cambiamento climatico, a partire da alcune esperienze di cooperazione in Lombardia, in sinergia con percorsi personali e collettivi di attivismo ambientale.
Ad aprire il dibattito l’intervento di Noemi Canevarolo (Area Ambiente di Fondazione Cariplo), sulle opportunità formative e professionali legate ai “lavori verdi” e ai modi in cui il mondo professionale sta crescendo intorno alla lotta al cambiamento climatico. Con l’obiettivo di far emergere soft skills, competenze trasversali e forme di auto imprenditorialità green, dal 2015 Fondazione Cariplo sostiene il progetto Green Jobs come strumento di orientamento, formazione ed alternanza scuola/lavoro per promuovere tra i giovani la cultura della sostenibilità in ambito culturale, sociale, ambientale e professionale. A sostenere progettualità, futuri sostenibili e reti territoriali sono anche i bandi promossi dalla Fondazione, tra cui l’ultimo “My future” rivolto alle organizzazioni senza scopo di lucro attive in campo ambientale nel territorio lombardo e nelle province di Novara e di Verbano-Cusio-Ossola. Beneficiari delle attività progettuali saranno le Scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado, che avranno l’opportunità di rafforzare e innovare la didattica sui temi della sostenibilità ambientale e di diventare centri di pratica in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Intervento dal minuto 6
Dalle scuole e dalle piazze viene la voce dell’attivismo giovanile più consapevole a cui va il merito di aver fatto crescere l’attenzione sul collasso climatico e l’interesse verso soluzioni collettive che tengano insieme giustizia climatica e giustizia sociale, salute e clima. A fare da megafono a queste voci è stato l’intervento di Martina Comparelli, tra le referenti italiane di Fridays For Future, il più grande movimento studentesco che da tre anni sta spingendo migliaia di ragazze e ragazzi a scioperare il venerdì e a riunirsi nelle piazze di tantissime città per rivolgersi ai governi, chiedendo a gran voce azioni concrete contro i cambiamenti climatici e reclamando il proprio diritto al futuro.
Intervento dal minuto 14
Cambiamento climatico vuol dire anche leggi, aspetti giuridici e negoziati sul clima. Argomenti non sempre facili che necessitano di una mediazione. Italian Climate Network è un’associazione che da dieci anni si impegna in attività di educazione, divulgazione e advocacy, per coniugare rigore scientifico e capacità di rivolgersi a pubblici diversi. Ad intervenire sul tema “Negoziati sul clima e società civile” è stata Giulia Persico, avvocato praticante, ricercatrice e attivista del team giovanile di Italian Climate Network che ha portato il suo contributo da un punto di vista giuridico, tenendo insieme il pensiero globale con l’azione locale.
Intervento dal minuto 24
Se ogni professione si può trasformare per affrontare questa sfida che ci chiama tutti in causa, sono tanti i livelli di attivismo necessario: locale, nazionale e internazionale. Prospettive che devono viaggiare insieme ed essere interconnesse. A confermare come l’attivismo ambientale stia assumendo forme sempre più sofisticate è stato l’intervento su “Arte e ambiente per lo sviluppo sostenibile” di Celeste Righi Ricco, fondatrice dell’associazione Change For Planet, nata nel 2020 durante la pandemia, con l’obiettivo di far crescere l’alfabetizzazione climatica, avere un impatto reale sulle comunità locali e di esplorare linguaggi diversi, tra cui l’arte.
Intervento dal minuto 41
Dall’attivismo alla cooperazione, il laboratorio ha dato spazio ad esperienze di cooperative lombarde che fanno dell’agire ambientale la loro missione, non senza difficoltà ma con tutte le condizioni dell’essere impresa che genera lavoro e valore. Perché, è importante sottolinearlo, le cooperative sono sia attori economici, che creano opportunità di lavoro e partecipazione economica; che attori sociali impegnati a promuovere una maggiore uguaglianza e giustizia sociale; e sono infine attori ambientali, in grado di promuovere un uso più sostenibile delle risorse naturali. Pensiamo alle cooperative agricole, cooperative che si occupano di energia rinnovabile, che operano nel ciclo dei rifiuti, che lavorano con le comunità locali su consapevolezza, gestione delle risorse, educazione e formazione. Alle cooperative sociali come Liberi Sogni che rigenera spazi, lavora con le comunità locali e raccoglie anche le fragole. A raccontare l’esperienza della cooperativa sono state Emma Pennati e Francesca Rota collegate dalla cascina nel verde che stanno contribuendo a rigenerare in provincia di Lecco, un progetto di attivismo locale molto pratico e cooperativo.
Intervento dal minuto 50
“Progettare la sostenibilità dei territori? Un’impresa!” è il titolo proposto dalla cooperativa Officina11, attiva nello studio del territorio, dell’ambiente, della cultura e della sostenibilità. Un team multidisciplinare che mette a sistema competenze diverse e fa rete per supportare altri enti e soggetti che agiscono sul territorio rappresentando le comunità locali come attori di cambiamento. Ha partecipato al laboratorio Eva Gabaglio, geografa, che per la cooperativa svolge attività di supporto tecnico riguardo i temi della tutela ambientale e paesaggistica, dello sviluppo locale e dell’educazione ambientale e collabora alla progettazione ed attuazione dei percorsi di governance dei Contratti di Fiume promossi in Regione Lombardia. Sono proprio i progetti d’acqua, dalla Valtellina alla provincia di Mantova, che Eva Gabaglio ha illustrato e condiviso nel corso del suo intervento.
Intervento a partire da 1 h e 5 minuti
Tra i “climate workers” che si adoperano per attivare percorsi di cittadinanza attiva e inclusione sociale ci sono anche gli operatori culturali, che agiscono nei teatri come nelle piazze. A raccontare i propri progetti e il proprio attivismo nel corso del laboratorio è intervenuta Marta Maria Marangoni, parte del duo musical-teatrale Duperdu, invitandoci a teatro per un “Melodramma ecologico” che parla del rapporto tra umanità e natura. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Cooperativa in collaborazione con Minima Theatralia, ha il patrocinio di Legambiente e sarà in scena a Milano dal 4 al 13 giugno 2021 (teatrodellacooperativa.it).
Intervento a partire da 1 h e 23 minuti
Multidisciplinari e interconnesse le voci che hanno preso parte al laboratorio hanno testimoniato un approccio trasversale alle questioni ambientali, indispensabile per legare insieme lavoro, economia e natura. Un discorso che apre più strade e tenta più soluzioni, tra cui l’alternativa cooperativa, per sua natura fatta di partnership e alleanze per gli obiettivi e per sua natura connessa ai territori in cui le imprese si radicano, come dimostrano le pratiche di cura e auto-organizzazione, dalle cooperative di comunità ai progetti di agricoltura sociale, che attivano economie e relazioni locali. Come ha concluso Emilio Mancuso, Presidente della cooperativa sociale Verdeacqua, “economia ed ecologia vanno a stretto braccio, ce lo dimostra il pianeta in cui viviamo, il territorio che abitiamo. Lo stimolo è iniziare a scardinare, in qualunque circostanza”.
© Richard Mosse, dalla mostra Displaced su migrazione, conflitto e cambiamento climatico.