Le richieste di Confcooperative, Legacoop e Agci Lombardia agli Stati Generali del Patto per lo sviluppo: un piano vaccini capillare e diffuso che includa le cooperative come imprese attive, capaci di trasformare i luoghi di lavoro in hub di vaccinazione diffusa nei territori e nelle comunità. Per ripartire nelle migliori condizioni sanitarie e sociali possibili.
Milano 04/02/2021 – “L’operatività del Piano presentato oggi deve rispondere a logiche di efficacia e di capillarità che Regione Lombardia dovrà attestare impiegando tutte le risorse qualificate disponibili. La campagna vaccinale e il raggiungimento dell’immunità di gregge hanno un alto potere di condizionamento verso le strategie economiche delle nostre cooperative associate e determineranno anche impatti occupazionali e tenuta complessiva delle filiere lombarde. E’ per questo che affermiamo la nostra disponibilità ad essere coinvolti operativamente come imprese attive nel Piano, rafforzando la programmazione pubblica mediata tra Governo e Regioni”.
È l’intervento di Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia agli Stati Generali del Patto per lo Sviluppo di Regione Lombardia in rappresentanza delle tre principali associazioni del movimento cooperativo lombardo tra cui Confcooperative Lombardia e AGCI Lombardia, guidate rispettivamente da Massimo Minelli e Cinzia Sirtoli.
“Serve uno sforzo straordinario complessivo di tutti” – prosegue Dadda nel suo intervento – “ad iniziare dall’approvvigionamento. Chiediamo a Regione Lombardia di valutare la possibilità di contratti di fornitura autonomi ad integrazione delle partite attribuite dal Commissario nazionale; di valorizzare le tante e significative cooperative lombarde di medici e di infermieri”. In riferimento al tempo trascorso, aggiunge: “Durante la pandemia abbiamo già registrato esperienze negative sulla tracciabilità del contagio, sui tamponi, sulla campagna del vaccino antinfluenzale e poi sui dati epidemiologici. Oggi dobbiamo invece essere coinvolti e resi attivi sulla più grande campagna vaccinale mai tentata in questa Regione a cui le imprese cooperative, assieme ad altri soggetti, possono apportare il proprio contributo e saper fare”. E prosegue: “Abbiamo mantenuto i servizi essenziali in emergenza, abbiamo fatto fronte all’emergenza nelle RSA e nei servizi socio-sanitari, abbiamo tenuto aperte le filiere dell’agroalimentare e della mobilità delle merci, abbiamo investito da subito nella prevenzione di ogni nostro singolo socio e lavoratore, abbiamo i medici aziendali e gli infermieri di comunità, possiamo quindi trasformare i luoghi di lavoro in hub di vaccinazione, fornendo i vaccini e la relativa assistenza, con minore dispendio di energie logistiche”.
E conclude: “Facciamo oggi a Regione Lombardia questa proposta, in coerenza con il sistema multicanale proposto dalla Vice Presidente e Assessore al Welfare Letizia Moratti, e chiediamo come movimento cooperativo lombardo – rappresentato da Legacoop Lombardia, Confcooperative Lombardia e AGCI Lombardia – che le nostre imprese cooperative, attivando i presidi interni e con il supporto delle cooperative di medici e infermieri, siano luogo di vaccinazione diffusa per i propri soci e lavoratori, per essere “Covid free” nel più breve tempo possibile, continuando a garantire i servizi essenziali a tutta la collettività.
Dobbiamo questo impegno straordinario alle nostre imprese che restano attive, al nostro territorio, alle tante comunità che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite e che hanno diritto oggi ad avere le migliori condizioni sanitarie e sociali per ripartire.”