Attilio Dadda, in rappresentanza dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda (Legacoop Lombardia, Confcooperative Lombardia, Agci Lombardia), nel suo intervento al seminario “What next?” organizzato da Città Metropolitana di Milano, ha ricordato l’importanza della cooperazione nell’area metropolitana milanese, a partire dalla densità cooperativa che si registra, la più alta di tutto il Paese. Una peculiarità del nostro territorio che nasce storicamente da via Crocefisso a Milano, prima della costituzione dei sindacati, qualche anno prima dell’istituzione dell’ICA International Cooperative Alliance a livello mondiale. Una storia che, tra due anni, ci porterà a celebrare i 140 anni della cooperazione italiana.
E’ doveroso oggi – ha sottolineato Dadda nel suo intervento – misurare il proprio impatto sulla collettività, uscire dalla comfort zone e guardare alle grandi sfide europee e mondiali delle città metropolitane a cui questo territorio dovrebbe guardare, non riferendosi solo a quelle italiane.
Per raccontare l’impatto cooperativo su Milano e la sua area metropolitana, Dadda ha citato la nuova skyline cittadina, per il 95% costruita da imprese cooperative, nel pieno rispetto della sicurezza sul lavoro, fondamentale per il mondo cooperativo per cui conta il rapporto tra qualità del costruito e qualità del lavoro, in una regione che registra un alto numero di incidenti mortali e infortuni sul lavoro.
E’ concentrata qui la maggioranza di imprese cooperative che fanno cultura e bellezza, a partire dai teatri cooperativi – a Milano è presente il numero più alto di tutto il Paese – parte di un tessuto economico e culturale, che coltiva i rapporti con le giovani generazioni e con il mondo dell’università e della ricerca, che mette al centro il rapporto tra la qualità del lavoro e la qualità della vita, tenendo conto delle aspirazioni personali.
E ancora: più della maggioranza della grande distribuzione organizzata dei consumatori e dei dettaglianti è costituita in forma cooperativa; il 98% degli operatori socio-sanitari della città metropolitana afferiscono a cooperative sociali; è cooperativo il vero welfare che arriva nelle aree periferiche, nelle zone montane, a sostegno delle fragilità, fondamentale per molti comuni di questa regione.
Ci sono in questa città metropolitana 11.800 alloggi a canone controllato di proprietà della cooperazione. Possiamo affermare – prosegue Dadda nel suo intervento – di essere il maggior fondo – non su base petrolifera – con il maggior numero di alloggi a proprietà indivisa messi a disposizione della comunità. In questa città è stata costituita la prima comunità energetica metropolitana in forma cooperativa, per dare risposte alle questioni poste dalla povertà energetica.

Si tratta di questioni – precisa Dadda – che stanno nel nostro dibattito, e ci portano a discutere con qualità e sostanza sul tema della sostenibilità, guardando soprattutto all’acqua e all’aria. Per lungo tempo abbiamo lasciato questa città senza un sistema di depurazione adeguato, non abbiamo curato le risorse idriche, non abbiamo tenuto conto del valore della biodiversità, del contrasto alla crisi climatica. Vorremmo sapere – è la domanda che pone Dadda agli amministratori – quale sia il progetto che ci porterà a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo e la qualità dell’acqua che riporti alla balneabilità e all’utilizzo pubblico dei nostri fiumi. E prosegue: in questa aula, consiglieri come Laura Conti hanno battuto i pugni per ottenere leggi importanti sulla sostenibilità, negli anni Settanta e Ottanta, e oggi non riusciamo a parlare di corridoi ecologici, infrastrutture ambientali, sistemi dal punto di vista della qualità della vita. E lo dico da rappresentante di un’organizzazione economica.
Infine, le richieste a Città Metropolitana dell’Alleanza della Cooperazione Lombarda: come mondo della cooperazione chiediamo un’interlocuzione forte con la Città Metropolitana, sedere al tavolo della discussione sui contenuti. Auspichiamo che la Città Metropolitana torni a presidiare un luogo di pensiero e di visione per questa terra, per questa città e i comuni che stanno attorno, senza posizioni dominanti, poiché a noi serve l’insieme più che la sommatoria dei singoli comuni. Bisognerebbe anche pianificare meno in alcune situazioni ma avere una visione più lungimirante, guardare alle opportunità da creare insieme, ripensare allo strumento del partenariato, al progetto comune. La Città Metropolitana milanese è per noi cooperatori una risorsa, non è solo un tema di pubblici amministratori ma deve essere un sistema integrato di sviluppo partecipato e interconnesso e soprattutto di crescita collettiva comune.

Guarda il video dell’intervento (dal minuto 2.45.36): LINK