Si è concluso in questi giorni un primo ciclo di assemblee di Bilancio 2023 delle cooperative di abitanti lombarde. Ne seguirà un secondo durante il mese di giugno per le cooperative che hanno deciso di utilizzare i maggiori termini ai sensi dell’articolo 2364 del codice civile. Anche quest’anno i bilanci delle cooperative di abitanti di Legacoop Lombardia hanno fatto registrare nella quasi totalità un utile di bilancio.
Il commento di Matteo Busnelli, coordinatore Dipartimento Housing Legacoop Lombardia.

È un dato che diamo troppo spesso per scontato: in realtà scontato non lo è affatto ma è il frutto di due diversi fattori.
Il primo è rappresentato da un’oculata e attenta gestione da parte degli amministratori che si trovano a fronteggiare elementi di contesto non sempre favorevoli. Con riferimento agli ultimi anni ricordiamo che abbiamo fronteggiato prima una pandemia, poi la crisi energetica conseguente alla guerra in Ucraina – con incremento dei costi dell’energia – infine inflazione e tassi di interessi passivi elevati e crescenti.
Il secondo è dato dal senso di appartenenza dei nostri soci che, interpretando bene lo spirito mutualistico, non hanno fatto mancare anche in questi momenti di difficoltà il rispetto delle loro obbligazioni verso la cooperativa (sostegno finanziario e regolarità nel pagamento di canoni e spese).

È opportuno a questo punto soffermarci sul significato dell’utile di bilancio nelle nostre cooperative: non è finalizzato a remunerare gli investimenti dei soci, così come accade nelle imprese di capitale, ma ha la finalità di incrementare le riserve patrimoniali al fine di rendere sempre più solida la cooperativa di abitanti che, ricordiamo sempre, deve avere la prospettiva dell’intergenerazionalità, declinata in due traiettorie:
1) accumulare risorse affinché il patrimonio abitativo sia ben mantenuto per poter essere trasmesso alle generazioni future. Da oltre cent’anni le governance delle nostre cooperative hanno seguito questa linea e ciò ha reso possibile trasmettere ad oggi un patrimonio abitativo di oltre 18.500 alloggi a proprietà indivisa.
2) mantenere una struttura patrimoniale e finanziaria solida affinché, nel momento in cui ritornino politiche pubbliche per la casa, le cooperative siano nelle condizioni per poter essere ancora interlocutori principali in progettazioni di partenariati pubblico e privato per creare nuova offerta abitativa e dare risposta ai soci in lista d’attesa.

Da questo primo ciclo di assemblee è emerso un altro elemento molto interessante. In questi ultimi anni è stato evidenziato il tema dell’abitare a Milano, con tutte le sue criticità soprattutto in termini di accessibilità. La partecipazione alle assemblee, in provincia di Milano e nelle altre province, da parte di amministratori locali ha fatto emergere come ormai sia molto limitata ovunque l’offerta di alloggi in affitto per nuclei familiari della cosiddetta fascia grigia. Chi è proprietario di alloggio sceglie altre strade più sicure e remunerative. Ciò crea enormi difficoltà per quei nuclei familiari che non possono permettersi l’acquisto di una prima casa e non trovano risposta nell’edilizia residenziale pubblica. La cooperazione di abitanti, rappresenta spesso, in provincia, l’unico grande proprietario immobiliare con un’offerta destinata all’affitto (nel caso dell’indivisa, al godimento permanente) oltre a venir riconosciuto, anche dalle amministrazioni locali, come uno dei pochi presidi territoriali che aggregano e rispondono a domande e richieste di socialità e aggregazione.
Come associazione di rappresentanza abbiamo il dovere di continuare la strategia che stiamo perseguendo: sollecitare la politica e il pubblico affinché politiche per la casa tornino centrali in questo paese. Le cooperative di abitanti saranno pronte ad accompagnarle, come è sempre successo nella storia del nostro Paese.