Mercoledì 17 gennaio nello spazio rigenerato del Teatro LaCucina di Milano, Legacoop Lombardia ha dato avvio alla prima tappa di IMMAGINA: 24 incontri programmatici con le associazioni regionali, in vista della Conferenza Programmatica e di Organizzazione di Legacoop Nazionale che si svolgerà il 15 e 16 aprile a Roma.

Un appuntamento per riflettere sul ruolo presente di Legacoop Lombardia e delle imprese cooperative associate, ma soprattutto per provare a immaginare e realizzare insieme la cooperazione di domani.
Ad aprire i lavori il Presidente di Legacoop Nazionale Simone Gamberini: ”La cooperazione si muova per una rappresentanza agìta: è il momento di ricostituire azioni di rappresentanza nel nuovo spazio politico che si è aperto, sia nei confronti delle istituzioni italiane che dell’Europa, affinché il movimento cooperativo possa accompagnare le cooperative sia in termini strategici che locali e territoriali nelle grandi transizioni che stiamo attraversando. Non solo ecologica e digitale ma in tutti i settori: una rappresentanza utile, in grado di orientare e guidare il processo di riposizionamento delle cooperative in una fase globale di rapidi cambiamenti.”
A partire dalle linee guida elaborate dalla presidenza, i cooperatori e le cooperatrici che hanno preso parte ai 7 tavoli di lavoro sono stati chiamati ad arricchire il documento con le esperienze territoriali, tenendo conto di tre fattori: lo stato dell’arte del movimento cooperativo lombardo; i rapporti tra mondo cooperativo e altri attori; progettualità e priorità dell’organizzazione.
Le tematiche scelte per i 7 tavoli lombardi:
  • Reputazione, Lobby e relazioni istituzionali
  • Interregionalità, strutture e filiere
  • Patto associativo, Strumenti e Piattaforme
  • Intergenerazionalità e Formazione
  • Promozione – Aree interne e città metropolitana
  • Finanza
  • Lavoro
Alla chiusura dei lavori Attilio Dadda, Presidente Legacoop Lombardia, ha sottolineato l’impegno necessario per il riposizionamento dell’associazione. “Un’operazione che richiede una condivisione globale degli scenari e ci obbliga ad avere una visione che vada al di là delle singole realtà cooperative, rinnovando la ritualità novecentesca che anche negli ultimi decenni ha dominato il movimento e delineando spazi condivisi di qualità. Percorrere nuove strade è possibile: il contesto lombardo ci offre oggi più che mai la possibilità di sperimentare. Ci auguriamo che alla dimensione dell’immaginare segua la dimensione del fare, con alla base la condivisione delle parti messe a fattore comune da tutte le cooperative che si riconoscono nel movimento cooperativo”.